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domenica 28 agosto 2016

COSTRUIRE SENZA PAURA

PER CONVIVERE CON IL TERREMOTO


colline marchigiane

Se vuoi cambiare il mondo devi iniziare dal tuo paese
Se vuoi cambiare il tuo paese devi iniziare dal tuo villaggio.
Se vuoi cambiare il tuo villaggio devi iniziare dalla tua casa.
Se vuoi cambiare la tua casa devi iniziare da te stesso -     Proverbio cinese




L'emozione che lascia un terremoto è intensa ed indelebile anche quando non si subiscono danni. L'evento che ha colpito il "cuore d'Italia" la notte del 24 Agosto sarà ricordato, come altri, per l'intensità dei danni provocati e per il prezzo pagato in vite umane
.
Come affrontare un futuro? Ci sentiamo sicuri in casa davanti a fenomeni imprevedibili, potenti ed inevitabili come il sisma?
"Dove la terra ha tremato, tremerà ancora" (Plinio il vecchio)

Lasciamo fuori da queste righe ogni polemica, accusa o recriminazione. Ciò che ci sembra opportuno fare, quale piccolissimo contributo in una situazione come quella accaduta, è divulgare qualche informazione che possa permettere di ricostruire la fiducia per edificare consapevolmente abitazioni che siano in grado di relazionarsi con il terremoto affinché gli eventi si esauriscano senza conseguenze sulla popolazione.
Esiste la casa antisismica?
Sicuramente, abbiamo a disposizione diverse possibilità,  alcune delle quali di grande interesse quanto poco conosciute.
Innanzitutto, la cronaca  ha riportato le vicende della bellissima cittadina di Norcia , situata a pochi chilometri dall'epicentro, in cui, grazie alla valida applicazione dei provvedimenti antisismici i danni sono stati irrilevanti.
Nel campo della tecnica costruttiva ci sono tutta una serie di sistemi antichi riutilizzabili con criteri attuali che possono aprire una larga serie di possibilità anche con costi contenuti: strutture in legno, materiali quali la canapa, la paglia, la terra, il cob.
Ad oggi, l'avanguardia del costruire antisismico è in Giappone, dove si realizzano edifici di grandi dimensioni in grado di sopportare l'avvicendarsi dei terremoti, senza danni. Tutto scaturì dopo un gravoso evento sismico nel settembre 1923 da cui rimase quasi illeso l'Imperial Hotel di Tokyo realizzato su progetto del geniale F.L.Wright. Da allora, si è sviluppata una grande ricerca  da cui sono scaturiti una serie di sistemi riassumibili in:


  • Leghe di acciaio elastico a bassissima rigidità;
  • Pilastri rinforzati con fibra di carbonio per prevenire le fratture;
  • Ammortizzatori (dissipatori) tra i piani;
  • Architrave mobile per porte e finestre;
  • Vetri antilesione per le finestre;



A monte delle soluzioni tecniche adottabili sugli edifici, dove comunque rimarrebbe il problema considerevole dell'adeguamento di una grandissima quantità di edifici realizzati con materiali e sistemi non idonei a sopportare le sollecitazioni sismiche, c'è una strada percorribile a costi decisamente contenuti, applicabile ovunque e poco conosciuta.
Si tratta della valvola antisismica ideata e realizzata da Pierluigi Ighina (1908 - 2004), ricercatore collaboratore di G. Marconi.

Pierluigi Ighina mostra la sua valvola antisismica in un'intervista rilasciata a Report



Ighina è uno di quegli uomini geniali ai quali la "scienza accademica" ha guardato con distacco, accomunandolo alla sorte di altri geni del secolo scorso quali Nikola Tesla, Wilhelm Reich, Albert Abrams, Ruth Drown e molti altri... La valvola da lui ideata, ridurrebbe enormemente l'entità dei terremoti; Ighina  ha individuato come causa scatenante l'accumulo di gas che arrivano a comprimere il sottosuolo per poi sfociare nell'evento sismico: 
 " ...se andiamo in bicicletta, dobbiamo, perché non scoppi la gomma, metterci la valvola, no?... Così è anche questa...E' venuto a Modena il terremoto, a Faenza il terremoto, a Imola, niente..." le sue parole..
Non volle mai brevettare la sua invenzione, perché la considerava patrimonio dell'umanità. Quella che lui costruì nei pressi della sua abitazione - situata all'interno dell'autodromo di Imola- è stata rimossa dopo la sua morte. Ce n'è attualmente, una in costruzione a Reggio Calabria per la cifra di circa tremila Euro.


Le possibilità per ricostruire la fiducia nel futuro ci sono, dunque.  Mi piace, a questo punto, introdurre una piccolissima riflessione: ho letto tra le tantissime cose scritte in questi giorni, che le vittime sono state, in un certo senso, tradite dalla loro abitazione che da simbolo di rifugio e protezione si è trasformata in uno strumento di morte. 
Da tempo rifletto sul concetto di casa, sulla sua duplice funzione di dimora-zavorra e sono portata a credere che nella nostra concezione di vita, abbiamo ingigantito il concetto di stabilità a scapito di quello di flessibilità e trasformazione che invece governa l'universo. Concludo con un pensiero di Tiziana Rettaroli che mi piace molto, sul quale ognuno può spendere qualche minuto di riflessione: "La casa sei tu"

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